Per tre giorni, dal 25 al 27 marzo, l’eccellenza della robotica ha arricchito il centro di Roma.
Ospite del multi evento (gare, convegni, laboratori e mostre) quest’anno è stato l’IIS Leonardo da Vinci, a pochi passi dal Colosseo.
E tuttavia parlare della manifestazione come un semplice evento è quanto meno riduttivo: la RomeCup è un caleidoscopio di storie, di volti e di inventiva. Dietro ad ogni programma o processore, dietro ad ogni singolo oggetto esposto vi sono ragazzi che vanno dalla scuola primaria ai licei, agli istituti tecnici, vi sono insegnanti motivati e capaci di trasmettere vera passione per la conoscenza e lo sviluppo tecnologico.
I corridoi dell’istituto brulicano di voci e di persone, le porte delle aule sono spalancate sul nuovo che avanza e per ogni gruppo in visita ci sono uno o più studenti che con il sorriso sulle labbra organizzano ad ognuno percorsi ed itinerari.
Il compito dei partecipanti in gara, tuttavia, è doppiamente arduo, poiché devono sapersi destreggiare con spiegazioni che siano comprensibili da tutti, ma proprio tutti. Dei piccoli alunni di sette anni sono un banco di prova perfetto, che viene superato a pieni voti e così, anche quel congegno che ad una prima vista poteva sembrare strano e curioso, una volta raccontata la sua creazione ed il suo scopo viene poi capito ed osservato con meraviglia e sincera ammirazione.
Durante la visita si possono incontrare simpatiche api intelligenti, che si muovono sul tabellone alla ricerca della casella cui sono state destinate.
Oppure è possibile fare un laboratorio con i bambini di una classe quinta della scuola primaria, che con i Lego hanno costruito piccoli oggetti animati dalla tecnologia.
Ma la capacità del corpo docenti e la bravura degli alunni hanno saputo creare qualcosa di unico, che ha coinvolto tutte le discipline d’insegnamento: dal rap dell’aeroplano, alla filastrocca del coccodrillo, il progetto di questi ragazzi non si è limitato alla sola parte informatica, ma ha trascinato con sé italiano, musica, storia e geografia. Un connubio meraviglioso, l’abbraccio tra il sapere ed il mettere in pratica che non ragiona per settori ma stringe saldamente insieme tutte le materie.
L’eccellenza della robotica italiana è anche un’eccellenza interessata alla salvaguardia dell’ambiente. Non esistono materiali inutili, tutto può essere destinato a divenire parte di un dispositivo. Perfino degli ovetti di plastica, noti contenitori di minuscole soprese, hanno questa possibilità ed eccoli scelti come galleggianti per un mini sottomarino dotato di telecamera, capace di immergersi fino a dieci metri di profondità.
Dai leggerissimi droni agli enormi ragni robotizzati, c’è anche un considerevole spazio per le applicazioni in campo medico. Di particolare rilevanza è la collaborazione di RomeCup con l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù e, tra il materiale esposto sicuramente uno dei più interessanti è stato un congegno ideato per aiutare i piccoli pazienti costretti su una sedia a rotelle: agganciato in vita, possiede gambe e piedi robotizzati che consentono alla persona di mettersi in piedi agevolmente e con il minor sforzo possibile.
Per concludere, sebbene la RomeCup sia una gara a tutti gli effetti, che coinvolge scuole di vario ordine e grado di tutte le regioni italiane, nemmeno l’aspetto più puramente ludico è stato tralasciato, per cui non poteva mancare all’appuntamento il piccolo robot che danza al ritmo della celebre colonna sonora di Ufo Robot.
Oppure il suo simpatico “gemello”, che non disdegna di ballare la break dance.
Terminata la visita si esce con la sensazione che quasi nulla sia impossibile, se si possiedono la passione e la voglia di fare dei ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione.
A tutti loro, al loro entusiasmo, ma soprattutto al loro futuro, un sincero in bocca al lupo.
Consiglio questo articolo, mi è stato di grande aiut. Albino
Wow ^_^ . Grazie di cuore!
Grazie infinite!